Se niente importa, non c'è più niente da salvare

domenica 28 gennaio 2007

il blog continua..


Dunque… il mio blog ha compiuto un mese già da un po’ ed è tempo di fare un mini bilancio. Innanzitutto, il blog è nato con la funzione di sfogare il mio dolore, la mia rabbia, la mia disperazione e la sua funzione l’ha svolta benissimo. Non mi aspettavo tutte le persone che mi hanno scritto sia sul blog che sulla mail per darmi la loro solidarietà, con il loro proporsi candido come altro lato della realtà di tutti i giorni.
A voi che mi avete sostenuto nient’altro che un sorriso dagli occhi alle fossette, e un grazie.
Il blog mi è stato e mi è utile come sfogo, ma nel tempo si sta trasformando in quello che volevo “la biblioteca dei pensieri” con quello che mi accade nella vita che mi suscita riflessione. Un blog in trasformazione?
Sì, come spero di essere in una lenta ma progressiva trasformazione io.
Dirvi che non penso a Marco dopo quasi 60 giorni senza sentirlo vederlo ecc è una bugia. Mi manca ancora, con fitte acute quando qualche ricordo bello ( i brutti escono subito dopo) si affaccia alla mente.
Ma vado avanti. Come una lumaca ma cammino.



P.S.
Ieri sera ero al Jammin’ ma Fabio Volo quanto è figo???

domenica 21 gennaio 2007

non sono d'accordo

Mi è arrivata una lunghissima lettera, di commento al mio blog e ai miei pensieri. In questo momento mi sento solo di scrivere che non sono d'accordo ma già solo il fatto di averla ricevuta mi fa stare bene, la mia risposta arriverà più lucidamente in un altro orario( sono l'1 e 32del mattino) ... Grazie..

Mah...Ho letto il tuo blog...ovviamente mi hai invitato a leggerlo perchè così sapessi con chi stavo parlando e cosa cercavi.Intanto ti capisco benissimo...ho avuto 4 anni dell' orrore a causa di una situazione sentimentale...che però ringrazio all' infinito per quello che ho avuto dopo!Eh.eh.eh...non a caso è nato SUPERPOSITIVO. Cioè io.E i pianti sotto la pioggia, l' essere tra amici e dopo 5 minuti non voler essere lì perchè " ma io non devo essere qui..devo risolvere qualcos' altro ", i pianti sul lavoro nascondendosi in bagno e aspettare che i rossori si fossero calmati, l' orologio a quarzi rossi che nella notte mi segnavano sempre le 3.00 a causa di qualche cambiamento chimico che mi faceva svegliare a quell' ora trasformando la notte in un inferno di pianti, le nottate da 12 ore in meditazione per rimettere tutto a posto, la fuga dal lavoro per andare in pieno inverno su degli scogli in una regione lontana dall' alba al pomeriggio per rimettere tutto a posto, mi hanno fatto conoscere cosa succede dentro la testa di una persona che dice di amare, ma che razionalmente vorrebbe quasi uccidere, e mi hanno fatto imparare anche PERCHE'.E ora sorrido...rido, soprattutto...perchè tutto è diventato semplice.E dovresti iniziare a farlo anche tu.Potrei sembrare freddo se ti spiegassi le motivazioni perchè senti quel dolore, o perchè hai quei blocchi a fare le azioni in direzione opposta...ma il fatto è che per tutti funziona allo stesso modo: reazioni chimiche.E allora?...Allora la cosa più semplice, veloce, effettiva, e funzionante che lascia sbalorditi, è quella di trasformarsi in scienziati chimici di se stessi.In questo momento nel tuo cervello ci sono connessioni, rimasugli di ricordi, che hai voluto portare avanti, in mille modi, persino con il tuo blog, che è come soffiare su dei tizzoni che starebbero lì per spegnersi, ma che tu tieni vivi, che invece dovresti lasciar scomparire.La cosa più semplice è ridare il vero valore alle cose. A ciò che credi. Cosa diresti ad una tua amica che fosse nella tua situazione?...Prova a pensarci.Diresti tutte le cose giuste da fare...quelle che non stai facendo tu, in questo momento, riferendomi al tuo blog...poi se in qualche modo ora hai risolto, allora è fantastico...tutta questa pappardella non serve a niente....e mi hai fatto sprecare anche del tempo a fare il saccente..ma ti rendi conto?...Un pugno rotante ti tirerei...nel caso invece ti trovi ancora con la testa ultra pesante, sarebbe il caso di iniziare la semplice terapia : cioè....RIDARE IL VERO VALORE A CIO' CHE TI CIRCONDA.Ti do una semplice spiegazione, prima di smettere con questa lettera e magari vedere se ti interessa il discorso:1) il cervello costruisce connessioni su tue direttive. Tutto quello che ti accade, dentro e fuori, sei tu che lo chiedi. SEMPRE.2) In una situazione sentimentale quando un partner ci lascia, entrano in gioco mille direttive filosofiche, che dovremmo essere accondiscendenti, che dovremmo essere comprensivi, che dovremmo...ecc ecc...che in realtà NON riusciamo.Il motivo è che non si può!...Perlomeno da subito. Perchè il cervello si comporta come un computer. Hai presente quando crei un collegamento sul desktop? Magari è un collegamento ad un file all' interno di qualche tua cartella. Ecco, prova a cancellare quel file, quando apri il collegamento lui non lo troverà, e si metterà alla disperata ricerca di quel file, che non c'è più nel computer...ma il collegamento ad esso sì.Bene...Il tuo Marco non c'è più, tecnicamente, ma il cervello non è in grado di cancellare i collegamenti in modo immediato, e quindi andrà nel solito punto a cercare il file MARCO e non ci sarà, non potrà usufruire dei suoi "benefici", e allora lancia messaggi di allarme (dolore) che ti fanno disperatamente andare alla ricerca di esso.Li lancerà in tutte le direzioni, in tutti i momenti.Una macchina simile alla sua, una panchina dove siete stati, una canzone, un luogo, una parola, una situazione simile a qualcuna vissuta da voi. In quei momenti il cervello ha messo come degli adesivi, per segnare il territorio, e ci andrà ogni volta per una questione di associazione.Ma, il problema è che le tue direttive filosofiche non vogliono associare! Perchè magari è stato bastardo, perchè ha fatto cose che non doveva ecc...Ma i tuoi voler guardare alle emozioni belle vissute va in contrasto con le tue direttive filosofiche...e allora entri TU STESSA in contrasto con te stessa.Quindi poniti la domanda, perchè la risposta creerà la medicina ( e spero che sia quella giusta ):a chi vuoi dare più tempo nella tua testa e con le tue azioni? A ciò che vuoi veramente o a ciò che non vuoi?Ciò che vuoi e non vuoi lo sai. Quindi il pensare, scrivere, il continuare ad utilizzare tempo per qualcuno o qualcosa che non è stato utile, è di per se inutile. Per il tuo cervello significa solo che sei interessata a ciò che non vuoi, piuttosto che a ciò che vuoi.Quindi, riempi la tua testa di pensieri che siano assolutamente in allineamento con la tua idea di successo, che sia sentimentale o altro, e tutto viene da solo come mezzo miracolo.Tieni conto che ci vogliono circa 21 giorni, + altri 10 giorni per superare il punto di non ritorno (questo è il motivo per cui la maggior parte delle persone, circa il 95%, non riescono ad ottenere risultati, perchè non sono abbastanza costanti).Dopo che un tempo di questo genere è passato, in una disciplina di ripolarizzazione di quello che hai in testa, cioè, da negativo a positivo, vedrai tutto chiaramente. Lucida. Ti sembrerà persino assurdo aver scritto un blog, per quanto di aiuto ti possa essere stato. Ora però basta scrivere! E' ora di giocare!...SMUCK SMUCK!CIAOOO!

martedì 9 gennaio 2007

ho ricevuto una mail

Ho ricevuto una mail da un'anima, mi ha fatto così piacere per la tenerezza espressa che previo consenso la voglio mettere qui.
Per dire grazie :-)

cara Federica, non so se riusciro' a parlarti stasera, in caso negativo ti lascio una traccia di me...ho letto tutto di te, so di essere un estraneo, ma la tua sofferenza mi ha straziato il cuore...e le tue lacrime ne hanno creato altre in me...non ho parole adeguate per rappresentare il mio disgusto per cio' che hai raccontato... ma tu sei una bella persona, e hai l'infinito davanti a te...anche se ancor oggi, vedi tutto grigio.Con tutta l'anima, ti auguro che questo anno nuovo ti possa portare una inarrestabile gioia di vivere e qualcosa per cui poter sempre sorridere......tu sei unica, non scordarlo mai...un bacio,

sabato 6 gennaio 2007

ho comprato un'auto!!!

Ho iniziato bene il 2007. Cioè non lo vorrei dire troppo forte per paura della inevitabile sfiga che mi tirerei. Comunque Fox ha detto che per i gemelli sarà un anno di cambiamenti.
Ho iniziato subito, cambiando la tipologia del mio lavoro e comprando la mia prima auto totalmente con le mie forze.
Mi sembra impossibile esserci riuscita e stanotte ho dormito malissimo per gli incubi che ho avuto. Come si può avere gli incubi? Sono davvero così tirchia???
Credo di aver focalizzato il problema che mi genera inquietudine: la condivisione della responsabilità.
E’ la prima volta che mi trovo a scegliere una cosa così costosa (la macchina) usando solo le mie forze e fidandomi solo di me. Detto in due parole, se sbaglio sono solo cazzi miei.
Non posso dividere la responsabilità con nessuno.
Quando comprai la mia prima auto, i soldi non erano miei e l’uso era condiviso. Quando comprai la casa con il mio ex fidanzato ero molto meno angosciata. Dividevo il mutuo e anche la responsabilità.
A oggi, in cui la precedente auto è stata un successo e la casa idem (rimasta a lui) affrontare da sola la scelta e la decisione mi ha gettato nel vortice della vita non delegata.
Effettivamente io sono una che per quanto riguarda le sue scelte delega. O chiede pareri. Ascolta, pensa, pondera per un paio di scarpe.
Eppure quando si tratta delle decisioni che devono prendere gli altri mi trasformo in Sai Baba. So tutto io, ho letto qualcosa di attinente, conosco qualcuno che può aiutarti. Com’è che quando io devo comprare l’auto anche sentiti tutti i pareri del mondo ho l’impressione che avrei potuto fare meglio, che magari mi hanno se non fregata comunque nessuno mi ha regalato nulla?
Stamattina alle 7 mi rigiravo nel letto pensando di rinunciare, andare dal simpatico venditore (senza cravattone) dirgli tienti i 250 € di anticipo e amici come prima cioè come due estranei.
La verità è che sono fottutamente insicura. Indecisa, volubile e solubile.
Allora mi appiglio alle parole che Massimo Gramellini disse alla presentazione al Lingotto del suo libro “Buongiorno” che mi hanno trafitto. “Non bisogna avere paura. La paura blocca e impedisce di vivere, non abbiate paura.”O qualcosa di simile, era il 2002.
Il problema è che mi sa che Paura è la parola del secolo. La mia almeno, così spavalda fuori e così impaurita e sola dentro.
Non ho telefonato a Marco per sentirmi dire un parere sicuramente valido, perché non posso entrare in una vita da cui non c’è ingresso.
La forza la devo trovare io solo con me, e forse aver comprato l’auto con tutta questa fatica mi fa andare avanti e non indietro. Lo spero proprio. Che il 2007 sia l’anno per me dell’andare avanti.

sabato 23 dicembre 2006

letterina



E così è passata un'altra settimana, l'ultima di lavoro prima delle vacanze. E' stato anche il mio ultimo giorno di lavoro in ufficio, da gennaio si cambia tutto.

Lo spero davvero, di cambiare tutto. Di iniziare senza spiriti che mi seguono ogni minuto, alitandomi buio negli occhi.

Credo a Babbo Natale e anche alla Befana, perchè voglio giocare con le piccole cose della vita.

L'hanno scorso a Babbo Natale avevo scritto una lettera, caduta però nel vuoto. Chissà che quest'anno non mi ascolti di più...ma quante cose sono cambiate in un anno..




Caro Babbo Natale,
è un po' di tempo che non ti scrivo una lettera. Innanzitutto io credo tu esista anche perché hai sempre bevuto il latte che ti lasciavo sul tavolo tanti anni fa. Adesso è ora di ricambiare ...aiutami ti prego!
Purtroppo quest'anno sono stata molte volte triste e non ho fatto felici molte persone, e vorrei che tu mi aiutassi a migliorare per il nuovo anno. Io ci ho pensato e ripensato e ho creato un identikit di come dovrebbe essere il mio compagno di vita "ideale" sapendo che nella realtà è molto difficile che esista. Io, senza pensare a nessuno in particolare ho fatto una descrizione. Te la mando così mi dici se ho la possibilità un giorno di incontrarlo oppure se chiedo troppo per essere una comune mortale.Grazie mille :-)

P.s.
Anche quest'anno il latte te lo metto per le renne e i biscotti per te, ok?

Il mio compagno ideale deve sostenermi in quello che faccio, credere in me. Essere affettuoso, romantico e sapere sempre che io esisto nella sua vita, deve saperne tenere conto. Deve sapere pensare a un noi come nucleo non a due individui che si incontrano occasionalmente. Deve voler creare una famiglia, avere dei bambini quando sarà il momento giusto. Deve essere ambizioso, brillante, credere in qualcosa e portarlo avanti. Deve essere altruista, generoso e sveglio, propositivo.
Con me deve essere comprensivo, sapere come trattarmi, come sono fatta e come prendermi. Non farmi mai mancare un gesto affettuoso nei miei confronti, un pensiero. Qualcosa di tangibile. Vorrei tornare a casa e trovarlo, sapere che se ci sono problemi e qualunque cosa accada lui non cambi opinione nei miei riguardi. Che mi rispetti capendo le mie esigenze e non prevaricandole e che, qualora le mie e le sue fossero in conflitto,sia in grado di non voler vincere a tutti costi ma ragionare con calma e razionalità tenendo presente le esigenze di entrambi. Che mi ami con tutto il cuore e lo dimostri e io lo legga nei sui occhi e nei suoi gesti. Che sia fedele anche nelle cose più insignificanti, portandomi sempre rispetto e portandomi con sé (dentro) nel corso della giornata. Che sia espansivo e non mi nasconda né a se stesso né agli altri. Che lo stare con me sia una realizzazione e il vivere la relazione sia realizzante, appagante e di crescita, per entrambi.

P.P.s.
Babbo Natale credo che dovresti dare a me tutte queste cose meravigliose che ho scritto così posso tenermi stretta il mio compagno, ok?



E poi dopo la vacua risposta di nuovo a Babbo Natale


Caro Babbo Natale, scusami se ti ho inviato la lettera tramite un senza cuore che non capisce un briciolo di nulla sul Natale e soprattutto su di te. Dice che le lettere a Babbo Natale le scrivono solo le bambine. Fammi un favore Babbo, dimenticati tutto. Chi pensa queste cose non capisce niente, e non ha capito nulla finora di come sono io.

Baci Babbo!

domenica 17 dicembre 2006

eccolo il mio sfogo

Non so dove ci siamo persi noi due esattamente. Io lo so dove mi sono persa. Mi sono persa un giorno buio di dicembre, al ritorno da un viaggio ad Alba con l’umore nero e una scarica di nervosismo addosso.
Quel giorno prima del ponte dell’immacolata mi sono persa guardando attraverso la finestra del soggiorno, con la porta chiusa, il vuoto.
Ho sentito un rumore forte, dentro. E poi le lacrime tante. Su tutto il dolore e la rabbia.
La promessa a me stessa: mai più. Mai più.
Dall’altra parte del telefono una voce che non sarebbe più stata mia, che urlava le sue assurde ragioni di un onomastico bugiardo. E il mio cuore non ha retto e si è rotto.
E da lì, mi sono persa.
Non so ancora ritrovarmi, il pezzo rotto di cuore non riesco a farlo riparare.
In dodici eterni, stupidi mesi nessuno mi ha indicato l’indirizzo giusto per rattoppare il cuore. Andavo di qua e di là con il cuore rotto in mano, ma la rottura, la ferita troppo dura non riusciva a essere riparata.
Qualcuno ci ha messo la colla, e io sono uscita con altre persone per conoscere gente nuova. La colla teneva sì, ma fino a un certo punto.
Ho chiesto ricovero da mia sorella, l’unica in grado non di aggiustarmelo ma di darmi calmanti contro il dolore forte, impossibile, che non passa mai. L’unica che capiva e capisce la sofferenza che mi trasforma.
Non sono più stata la stessa. Sono cambiata, ombrosa cinica e più triste di come sia mai stata prima di allora.
In tutto questo tempo poche piccole volte ho rivisto la Federica di prima. Adesso non so neanche più se tornerà.
A chi mi dice che il tempo guarisce tutto posso solo dire che non è vero. Quando soffri in ogni cosa che guardi che pensi che respiri non c’è il tempo di nessuna clessidra.
Quando le ragioni della tua mente ti impongono di non morire ci sono quelle del cuore che ti dicono di cadere per terra e non rialzarti più.
Quando sorridi ad altre persone, quando scopri altre persone e nessuna è in grado di riscaldarti la mia voglia di liberarmi di questo cuore rotto è enorme.
E così voglio fare. Voglio liberarmi da questa sofferenza che è diventata una prigione, che non mi permette gioie e altro amore. Amore che mi merito non surrogato in polvere, prima detto a singhiozzo e poi miseramente e squallidamente ritrattato.

Ma come ti sei permesso di farmi così male? Ma come hai potuto in così poco tempo farmi innamorare di te, farmi sudare il tuo amore, dirmelo e buttarmi in faccia che non eri pronto, che non potevi?
Sono stata la vittima di un solo carnefice, me stessa.
Avrei dovuto capire da subito che non c’era spazio e la illusione di crearmelo da sola avrei dovuto perderla prima. Ma tu mi hai fatto sentire indispensabile e ora che mi ritrovo sola e molto inutile capisco che anche quella era solo un’altra bugia. Quante volte e come tu mi abbia tradito non lo so. Le volte che l’ho scoperto mi hanno trapassato da parte a parte, lasciandomi la sensazione viva di esserne io stessa la causa perché troppo brutta, insignificante e inferiore ai tuoi ideali.

Quante volte tu mi abbia raccontato palle non lo so. Le volte che l’ho scoperto mi hanno fatto sentire nuda in inverno in un campo da calcio davanti a uno stadio pieno. Stupida,fuori posto e ingenua.
Se tornassi indietro oggi, non perdonerei più con quella incoscienza dell’amore di pensare” non lo rifarà più perché ha capito il dolore che mi provoca” perché questo tu non l’hai mai considerato.
Ci sono cose che non sai. Una volta ho letto tutte le tue mail che mandavi a siti porno per conoscere puttane e incontrarle, ovviamente dopo che avevi conosciuto incontrato e scopato me. Le ho stampate tutte quelle mail, una dopo l’altra fino ad avere un grosso plico di mail indirizzate a gente come jessicaxxx ecc.
Non ti ho detto nulla troppo addolorata e me le sono portate a casa incerta su come fare a digerire questo. Non era poco tempo che ci conoscevamo, mi stavo per laureare e lavoravo ad Alessandria. Ebbene le ho rilette tutte e poi le ho buttate in un cestino per strada, decidendo di non affrontarti perché decisi di perdonarti, dandoti assurde giustificazioni.
Dopo quella quante altre assurde giustificazioni ti ho fatto passare, quanto mi sono umiliata per decidere di accettarle. Solo per non perderti. Adesso che ti ho perso ti posso dire solo che ti sei comportato come nessuno si meriterebbe, io almeno non me lo meritavo.
Dei miei ventitrè anni e dei miei ventiquattro mi rimarranno per sempre le cose belle fatte insieme ma anche le cicatrici di tutte quelle subite. L’ultima grande botta che mi hai dato è stata quella di dirmi che la psicologa ti aveva consigliato di trovarti una fidanzata. Ma come hai potuto dirmi questo? E io allora cosa ero? Parte di un arredo urbano?
Quanto mi fa male ancora adesso non hai idea.

Non hai mai capito i miei sforzi, vero?
Quell’essere moglie madre sorella amica che si è tramutato in moglie madre sorella amica amante aiutante apprendista psicologa avvocata della mutua riordinatrice di armadi donna delle pulizie arredatrice e così via
Ma cosa credi che l’abbia fatto per mancanza di hobby?
Io ci credevo. Ci credevo davvero che tu fossi per me. L’altra metà della mela, la persona a cui donare tutto di me in ogni modo e senso. E te l’ho dato. Ti ho dato tutto, cuore carne anima.
Adesso che mi sono tornate tutte indietro non le trovo più.
Sai Marco, quanto mi hai fatto male con i tuoi silenzi , con le tue non risposte al telefono, agli sms?
No, non lo sai. Perché io con te non mi sono comportata così semplicemente perché come hai sintetizzato male tu l’altra settimana al telefono io ti amo e tu no.
Tra l’altro che classe chiamarmi un anno esatto dopo il vaffanculo che mi hai detto, lo stesso giorno. Piangevo in silenzio con le buste dei regali in mezzo alla ressa. Mi sono intristita tanto per me stessa.
Che male mio dio.
Anche io sono stata cattiva con te.
Tutti gli sms crudeli che ti ho scritto, non ne rinnego nessuno. Hai sbagliato tanto con me, troppo. Con tua figlia quest’estate poi hai toccato il fondo del fondo dell’inverosimile. Ma tanto io non capisco e non capirò mai le profonde ragioni che ti hanno spinto a non farmi dire ciao 5 minuti a E.in montagna con Mara.
Le ragioni, se così le vuoi chiamare, le custodirai tu e ne pagherai tu il conto se mai arriverà il momento.
Io pago tutti i giorni il fatto di essermi innamorata di te. E tu me l’hai fatto pagare caro quando stavamo insieme.

Non faccio più l’amore da tanto tempo, forse da luglio quando sentivo dentro di me che era l’ultima volta. L’ultimo weekend perfetto prima dello tsunami che avrebbe portato l’estate. Me lo sono goduto a fondo nei minimi piccoli dettagli. Ti ricordo felice a fumare fuori dall’agriturismo davanti alla fontana, ti vedo dormire tra i cuscini grandi nel baldacchino, ti osservo prendere il bicarbonato in piazzetta.
Mi manchi come non avrei mai immaginato. Manchi a tutte le mie cellule e il cuore quando ti penso nei nostri momenti insieme ansima dalla contrazione. Sono stata a letto non con te, ho toccato visto e sentito un corpo non tuo, ho ascoltato parole non tue. Non è servito alla mia anima che piangeva dentro incurvandosi.
Vago in cerca di me, di qualcosa che mi possa far stare meglio conoscendo già la risposta.
Esaudisco bisogni fisici non esaudisco bisogni veri.

Non mi trovo più. Non riesco a lasciarti andare perché non ho pace. Io ti amo con una forza che non sapevo neanche di avere, e non so come fare. Dovrei sputarti addosso per il male che ho, che mi veste tutta dentro e fuori. Io ho sentito il tuo cuore battere forte quando ci siamo abbracciati a Torino.
Io il tuo cuore l’ho sentito, perché tu non lo senti? A me per aggiustare il mio serve un pezzo unico che non si trova in commercio. E’ il pezzo che ho lasciato a te che ti porti dentro.

Non riesco a pensare di perderti per sempre, di non sapere cosa hai fatto cosa farai cosa vuoi fare. Non riesco a credere di non poterti raccontare per filo e per segno le piccole scoperte che faccio ogni giorno, i sorrisi che mi colpiscono e le bassezze che incontro. Non ci riesco davvero a pensare che non ci sarai nella mia vita.
Ma vedo dalla tua durezza e assoluta freddezza che è così. Ti devo lasciare andare a trovare la tua vita, il tuo amore per qualcun'altra più brava di me a capirti, a consolarti a darti l’anima.
E siccome io ti amo, con un sentimento che non pensavo esistesse dentro di me, ti voglio lasciare andare per questo, perché tu sia felice con te e per trovare davvero la tua metà di mela.
Alle medie si scriveva sul diario la dedica “Se ami qualcuno lascialo andare, se non torna è perché non ti ha mai amato; ma se torna sarà tuo per sempre” Cazzate ho sempre pensato. E invece ora, 12 anni e 12 mesi dopo mi tocca nel profondo.
Non so esattamente come riuscirò a lasciarti andare perché per molto immenso tempo le cose fatte insieme, gli odori sentiti, le tue mani, i tuoi occhi le tue parole saranno con me a farmi male. Forse non incontrerò mai più un incastro come il nostro, oppure lo incontrerò domani. Io non lo so.
Mentre ti scrivo una lacrima si è accucciata all’angolo del mio occhio destro.

Volevo vederti per lasciarti andare e renderti libero dalla mia presenza che vivi come angosciante perché portatrice di fallimenti. Mi tocca scrivertelo, non è la stessa cosa.
Lasciarti andare vuol dire perderti ed essere sempre più sola ad affrontare la vita. Più sola di come sono stata in questo lungo metallico anno.
Ti amo Marco.
Me lo porterò con me questo amore stridente e rifiutato. Che tutto il mio dolore, subito e dato non sia inutile però! Impara dagli errori che costano così e non ripeterli più con altre persone. Ama con la porta del cuore non aperta, ma spalancata, toglila dai cardini e buttala quella maledetta vecchia e arrugginita porta!
Datti la possibilità di essere e rendere felice. Non cercare il sesso, la compagnia su squallidi siti di puttane o di cuori solitari, non ripetere gli stessi errori. Spegni i telefoni quando farai l’amore con qualcuna, spegnili quando mangerai con lei guardandola negli occhi. Ritagliati degli attimi solo per godere della sua bellezza, guardandola veramente. Non fuggire da lei se ti stringe la mano per strada, ma abbracciala perché state camminando insieme e fa freddo. Tanto freddo in questa vita.
Io ho perso tante persone e il freddo lo conosco. Tu sei più fortunato, sei in tempo per scaldarti ancora un po’ con loro. Sono momenti che non tornano più. Piango perché lasciandoti andare per me è la stessa sensazione, ho solo la possibilità di lasciarti qualcosa.
Quando ti capiterà di pensare a me, immaginami come sarò oggi pomeriggio, circondata di bambini a giocare a dove si butta la spazzatura, all’aperto con gli ultimi raggi caldi di dicembre. Non felice, ma in grado di toccare la felicità degli altri.
Perdendoti ho perso me, e non mi trovo più nelle giornate che vivo.
Chissà se arriverai mai al fondo di queste pagine o ti sarà già suonato il telefono a metà e avrai perso il segno.
Tutto il sole del mondo, per te.

F

P.S.
Promettimi che un giorno a E. parlerai di me.

sabato 16 dicembre 2006

Prima di tutto

,Urge la mia presentazione.
Questo è il mio blog pensatoio che spero possa diventare una biblioteca di tante riflessioni, che si arricchisca con chi vorrà sedersi e sfogliare qualche mia pagina di pensiero.
In questa fase della mia vita, lo dico subito ho il cuore rotto.
E quindi parlerò solo per me di questo.
Metto quello che ho scritto a lui per riuscire a lasciarlo andare, di seguito c'è anche la sua risposta.
Ditemi voi come fare a passare oltre se lo sapete.