Se niente importa, non c'è più niente da salvare

martedì 23 giugno 2009

Incontri

Avevo 14 anni e sono passati 14 anni esatti.
Pazzesco.
Conobbi Franz non mi ricordo neanche come, forse solo perchè conoscevo tutti e uno come lui non mi sarebbe mai sfuggito, così biondo così arguto.
Bello di una bellezza perversa, spigolosa e magnetica.
E complicato, colto a 14 anni e incredibilmente interessato all'universo.
Potevo non trovare in lui un degno compagno di adolescenza?
Ballavamo, scrivevamo, ridevamo e ci abbracciavamo, poche volte ci baciavamo. Me li ricordo i suoi baci con la barba che spuntava sul mento, baci di labbra sottili e barbetta che nasceva.
Conservo in cantina due scatole da scarpe piene zeppe delle sue lettere, perchè la sua grafia riempiva pagine e pagine, una grafia da ragazza bella e tonda.
E poi sua madre, che lo portava alle manifestazioni, e lui che scriveva tutto dal campeggio in Germania. E il ferragosto passato a sperare che il tempo non passasse mai o passasse velocissimo senza sfiorarmi. Con Franz ero libera, libera dai tormenti di casa e vivevo la sottile inquietudine della bellezza solo guardata.
Poi le liti, lui che mi fissava dall'angolo di strada sotto la finestra e quello sguardo che mi angosciava.
Le strade diverse e il nostro incontro a Bruxelles in IV liceo. Ed era tutto moltiplicato, le sensazioni e l'inquietudine. Saranno stati gli occhi chiarissimi, o quel qualcosa nello sguardo che non ho mai capito.
E poi il 2005 quando io con Marco in Estonia lo vedo abbracciato a un ragazzo, e mi chiedo e mi domando se davvero fosse lui.
Ed era poi lui. Ed è lui oggi su faccialibro.
E 14 anni dopo sorrido di quel piccolo amore.

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