Se niente importa, non c'è più niente da salvare

giovedì 1 novembre 2007

Ore di pianto

Mettiamo il caso che una sera alzi lo sguardo e vedi la luna semi piena, circondata di rosso. Mettiamo il caso che dici "sangue sulla luna, dolore in arrivo".
Mettiamo il caso che non ci credi neanche tu a quello che hai appena detto.
Poi mettiamo il caso che il giorno dopo vai in ufficio e alle 11 ricevi una chiamata da un numero anonimo.
Ed è lui.
(Chi non sapesse chi è lui veda i miei primissimi post)
Che si rifà vivo dopo 11 mesi e mezzo, arrotondiamo a 12.
Che si rifà vivo per una cosa di lavoro.
Che ti chiede "come va?" come lo chiederesti tu al tuo edicolante.
E ti dice c'è una cosa di un vecchio lavoro fatto insieme da appianare, servono 2 gg in Puglia, vieni?
Che tu attacchi il telefono e il tuo cuore è uscito dal petto e sta facendo spinning.
Che inizi a piangere, di rabbia, di dolore, di panico, di tutto.
Poi hai poco tempo, poche ore, per dare una risposta.
Sei totalmente nel pallone. Non hai la minima idea di cosa fare.
La testa dice di scappare il cuore urla.
Allora lo risenti e cerchi elementi per costruire la risposta "giusta".
12 mesi di domande che ti sei fatta non riesci ovviamente a risolverle in 33 minuti di conversazione frammentata da enormi silenzi.
Senti la distanza, percepisci la grande differenza emotiva che c'è, e scegli di salvarti.
Mentre parli e dici di no, il tuo cuore rotto da tempo immemore fa le valigie insultandoti.
Chiudi il telefono che vuoi morire.
E poi, il dopo.
In cui ho cambiato idea 100 volte al minuto, in cui mi sono trovata a scoprire una cosa terribile.
Che nonostante tutto, nonostante tutti, la mia vita si è fermata non all'anno scorso ma a dicembre 2005.
Ho iniziato a guardarmi intorno e ho visto che ho ancora riviste, giornali, oroscopi di quel tempo.
Che da allora ho cercato di barcamenarmi. Da dicembre 2006 invece ho cercato di ricostruirmi.
A oggi, dopo ore di dolore gelido, capisco che ho fallito. Non è servito a nulla, nulla.
Non ho costruito niente, ho solo cercato di rimanere nella teca di quando, forse, ero felice.
Non sono più tornata felice e serena tanto quanto lo sono stata. Non solo per lui, anche sicuramente per la morte di una persona cara.
Ho fatto come la bella addormentata che si punge e si addormenta per 100 anni, con tutta la corte. E quando il principe arriva a svegliarla, tutto è rimasto come 100 anni fa nel suo mondo.
Io non ho 100 anni davanti a me, e ne ho già fatto passare due.
Non arriverà nessuno a salvarmi e lo devo fare da sola.
Credevo di essere in grado di farcela, prima o poi.
E invece sono al punto di partenza, o meglio di fine.

5 commenti:

Stefania ha detto...

non è la fine!!!
è l'inizio di una nuova e splendida vita!!!
devi solo capirlo...

Anonimo ha detto...

Lascio il mio contributo ...
L'analisi è approfondita e completa, segno che è terminata la fase di elaborazione razionale.
Rimane la fase di accettazione del dolore per buttarsi alle spalle il passato.

P.S.
Quasi quasi mi viene voglia di abbandonare lo stile misurato e distaccato ...
Uhmm...
Ok, ti propongo una traduzione:
manda a fanculo tutto, anche il tuo ex (anche se non ne ha colpa).
E brucia le riviste con gli oroscopi: che orrore!

Federica ha detto...

E' passato un mese..sto da schifo uguale..

Anonimo ha detto...

Perché non hai bruciato le riviste con gli oroscopi...

Federica ha detto...

sono nella raccolta differenziata